Il blues perde un suo grande narratore Scompare a 74 anni Sandro Corsi

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L’artista di origini pugliesi ieri notte è precipitato dalla scogliera di Capo Falcone dove amava pescare e trovare ispirazione per le sue musiche

Sandro CorsiSassari 17 agosto 2022 – E’ morto nella Stintino che amava, nella Stintino in cui aveva preso casa e in cui trascorreva le vacanze con la sua anziana mamma. Nel paese di pescatori tornava sempre molto volentieri perché, tra il tempo dedicato a sonare e quello per trovare l’ispirazione e comporre, si ritagliava del tempo per stare in pace, a volte proprio tra le rocce di Capo Falcone. Quegli scogli taglienti e scoscesi sui quali, purtroppo, ieri notte è morto, dopo una rovinosa caduta. Sandro Corsi, 74 anni, se ne è andato così, in quei luoghi dove amava pescare e, forse, in solitudine, anche trovare se stesso.

Lo avevo conosciuto circa 12 anni fa a Stintino. Era un fine agosto del 2010. Lo avevo incontrato in un locale, sul lungo mare Cristoforo Colombo, per fargli una piccola intervista. Si preparava per un concerto che lo avrebbe portato a suonare la sua chitarra sulle colline del Country Paradise.
La sua musica era un distillato di tanti anni di esperienza, vissuti accanto ai più grandi musicisti e cantanti del panorama italiano e internazionale. E ascoltarlo era come “rotolare lungo la vita come un vecchio fiume d’argento” fatto di emozioni che vengono regalate nota dopo nota.

Per come cantava il blues, viscerale, interiore, e per come lo suonava, Sandro Corsi era un vero one man band, in grado di accompagnare la sua voce ora al suono della chitarra, ora del basso, quindi del banjo, dell’armonica e delle percussioni.

All’epoca portava in tour “Rolling my life“, la colonna sonora di una vita in blues. Un’autobiografia che rappresentava un percorso di esaltante musicalità.

da sinistra Gianluigi Dettori e Sandro CorsiCon lui a Stintino, in quella occasione, avrebbe suonato, accompagnandolo al basso, Gianluigi Dettori che con il bluesman di Gioia del Colle aveva già suonato il 1° maggio 2009 al Parco di Monserrato, consolidando un’amicizia vissuta in musica nei vari club sassaresi e all’Università.
Quel “Rolling my life” non era soltanto il racconto del blues e della sua evoluzione ma era anche, e soprattutto, l’autobiografia di un artista che amava la ricerca individuale, che voleva personalizzare quella musica come fosse una preghiera intima a Dio, che non fosse la solita litania ma un qualcosa di più profondo. Lui era un’artista che si riconosceva nella sua musica, ne percepiva le emozioni, ne coglieva le vibrazioni.

Tra i brani originali, composti da Sandro Corsi, vogliamo ricordare quelli per il film ‘Focaccia Blues’ di Nico Cirasola, vincitore del Globo d’Oro 2010 che aveva messo in campo attori come Lino Banfi, Renzo Arbore e addirittura lo stesso presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, schierati per difendere la “pugliesità” dall’assalto dei Mc Donald’s.
I suoi brani rappresentavano un percorso di esaltante musicalità, tra questi Crazy clock quindi la coinvolgente Straight ahaed, Red Car, Rolling my life, il sound struggente di Nostalgia e ancora la musica straordinaria di Lullaby for Sahahra.

Ma tra le rocce di Stintino, quelle che la notte scorsa gli sono state fatali, aveva composto una canzone. A ricordarlo è proprio Gianluigi “Gil” Dettori. “Stintino Bay, un pezzo che sa di mare e di Meditteraneo, era nata proprio lì, tra il vento di Capo Falcone, il suo luogo dell’anima a cui non avrebbe mai rinunciato”.

da six Gianluigi Dettori e Sandro Corsi

Corsi e Dettori

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Andrea Bazzoni - Gestione Uffici Stampa
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