La storia come mezzo di fruizione turistica del territorio

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Terza giornata del meeting internazionale di Stintino, oggi tappa all’Asinara.

 

Autorità all'ossario dell'AsinaraSTINTINO 7 giugno 2013 – La storia di un popolo si conferma strumento per la valorizzazione dell’ambiente, mezzo efficace per la fruizione turistica del territorio. È stato questo il filo conduttore della terza giornata del meeting internazionale su ambiente e turismo sostenibile organizzato dal Comune di Stintino e che questa mattina si è svolto sull’isola dell’Asinara.

 

L’argomento centrale della tavola rotonda, moderata dal sindaco di Sennori Roberto Desini, è stato quello dei campi di prigionia che, negli anni del primo conflitto mondiale, furono realizzati sull’isola che domina il Golfo. Fornelli, Tumbarino, Stretti e Campu Perdu queste le aree che negli anni tragici della Grande guerra “ospitarono” oltre 20 mila profughi e deportati. Uomini, donne e bambini di quindici nazionalità diverse, che – ha ricordato il presidente del parco dell’Asinara, Pierpaolo Congiatu – dovettero affrontare lunghi e disumani viaggi per arrivare all’Asinara dove poi furono costretti a vivere in enormi accampamenti, spesso al limite della vivibilità. Tracce, anche dettagliate, di quegli eventi è possibile leggerle nelle pagine del libro-diario del generale Ferrari, comandante dell’esercito italiano sul posto all’epoca del primo conflitto mondiale. L’alto ufficiale italiano parla di 16.730 prigionieri, di questi la popolazione più numerosa era quella dei serbi-croati (oltre 7mila), seguiti dai boemi, ungheresi, austriaci, rumeni, polacchi, slovacchi, italiani, russi, bulgari, sloveni, tedeschi, turchi e greci.

Pagine dense di tristezza e drammaticità quelle del libro che raccontano anche la morte di oltre 6mila di questi prigionieri che, prima sepolti in fosse comune, vennero poi deposti nell’ossario costruito per loro a Campu Perdu.

Una parte di storia dell’isola ancora tutta da approfondire e che, come hanno sottolineato Susi Trova, docente di Storia contemporanea all’Università di Sassari, e Aleksandar Rastovic, docente dell’Università di Belgrado, potrà portare a una collaborazione per avviare una serie di studi e ricerche che confermino la presenza di profughi serbi sull’isola dell’Asinara.

A conclusione della tavola rotonda, i partecipanti alla tavola rotonda hanno fatto visita all’ossario austro-ungarico dove il docente serbo, accompagnato dai sindaci di Stintino, Antonio Diana, di Porto Torres, Beniamino Scarpa, di Sennori, Roberto Desini, e dal direttore del parco nazionale dell’Asinara, ha deposto una corona di fiori per commemorare quanti riposano nell’ossario che domina la collinetta di Campu Perdu.

 

Il meeting si concluderà domani, 8 giugno, con la costituzione di un tavolo tecnico-scientifico permanente.

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Andrea Bazzoni - Gestione Uffici Stampa
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