Incendio al campo nomadi, dal Comune un aiuto alla famiglia rom

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In via temporanea sarà installata una tenda da dodici posti sino al ripristino dell’area.

Sassari_incendio campo nomadi_1Sassari 2 maggio 2015 – Immediata messa in sicurezza dell’area, sgombero delle macerie e una tenda da campo per 12 posti, una soluzione temporanea che consentirà di superare l’emergenza di alcuni giorni, sino al ripristino dell’area su cui sorgevano gli alloggi andati bruciati la notte del 1° maggio scorso. È la soluzione che l’amministrazione comunale di Sassari sta adottando, per dare assistenza alla famiglia del campo nomadi di Piandanna scampata al rogo che ha letteralmente divorato le strutture in cui risiedeva.

A uscire indenne dall’incendio, sembrerebbe grazie all’azione di un passante che ha allertato i nomadi, una famiglia di 12 persone, due adulti e 10 figli dei quali almeno 7 minori e il più piccolo di appena un anno. Le fiamme, poi, sono state domate per il tempestivo intervento dei vigili del fuoco di Sassari.

La questura ieri ha dato al Comune l’autorizzazione ad abbattere lo scheletro in legno, ormai completamente compromesso dal fuoco, delle strutture che servivano da copertura. La tenda da campo, che sarà messa a disposizione dalla protezione civile regionale, verrà posizionata sulla piattaforma in cemento sulla quale, sino alla notte scorsa, erano stati eretti gli alloggi.

«Siamo arrivati a questa decisione grazie a una condivisione con la stessa famiglia rom – ha detto l’assessora ai Servizi sociali Grazia Manca – che consentirà di tenere la famiglia unita evitando ulteriori traumi per i minori che, altrimenti, avrebbero dovuto essere inviati in altre strutture. Si procederà quindi ad un allestimento temporaneo per consentire a tutti loro di stare assieme nel campo in attesa di una soluzione più stabile, sempre all’interno della stessa area. Intanto – ha concluso – è stata attivata anche la rete del volontariato cittadino per far fronte alle esigenze primarie».

Nel frattempo è scattata la solidarietà all’interno dello stesso campo e in questi giorni la famiglia viene ospitata dai familiari che si trovano nell’area sosta di Piandanna.

«Abbiamo dato disposizione che venga attivato sul campo sosta un servizio di vigilanza più forte – ha detto l’assessore alla Mobilità e Protezione civile Luca Taras – attraverso una maggiore presenza dei vigili urbani e barracelli. Ancora non si conoscono le cause dell’incendio e ci affidiamo alle indagini della questura di Sassari. Nel frattempo la macchina della Protezione civile si è attivata a tutti i livelli, cittadino, provinciale e regionale, per trovare le soluzioni più idonee e fornire tutte le attrezzature necessarie per affrontare l’emergenza nel migliore dei modi».

Ieri mattina, dopo l’incendio e la messa in sicurezza da parte dei vigili del fuoco, l’amministrazione comunale ha fatto un sopralluogo nel campo sosta. Il sindaco Nicola Sanna, con il vicesindaco Gianni Carbini, il capo di gabinetto Giovanni Isetta e gli assessori della Protezione civile Luca Taras con i vigili urbani e l’ufficiale di turno Marco Corrias, dei Servizi sociali Grazia Manca con il dirigente Mario Mura e funzionario del servizio territoriale Salvatore Pasca hanno preso visione di quanto accaduto.

«Vogliamo intraprendere un percorso di chiusura del campo sosta entro il 2016, così come ci impone la normativa europea – ha detto il primo cittadino di Sassari Nicola Sanna – con soluzioni che ancora non sono state individuate ma che saranno legate alle opportunità offerte dai fondi europei dedicati proprio al superamento delle aree sosta per nomadi.

«Al momento è azzardato fare ipotesi – ha proseguito il sindaco – sinché non saranno chiuse le indagini. Auspichiamo che le cause dell’incendio non siano di origine dolosa e che non siano legate a fenomeni di intolleranza.

«E se mai fosse necessario rassicurare coloro che sono in attesa di un alloggio, ribadiamo – ha chiuso Nicola Sanna – che le case popolari in costruzione sono riservate ai cittadini aventi diritto e in graduatoria. Eventuali soluzioni abitative per gli abitanti del campo rom non sono ancora state definite».

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Andrea Bazzoni - Gestione Uffici Stampa
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