“Usini è Cagnulari”, conclusa la XV edizione di “Vini di Coros”

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Aggiudicati i premi del concorso amatori e produttori di vini sfusi.

 

Usini, Vini di Coros, convegnoUSINI, 10 maggio 2012 – «Parlare di vini autoctoni è parlare di noi, di quello che ci rappresenta in un territorio, le cose che facciamo, le materie prime che utilizziamo». Così sabato sera Giovanni Antonio Farris, docente di Microbiologia agroalimentare dell’Università di Sassari, ha aperto il convegno sul “recupero e valorizzazione dei vitigni autoctoni della Sardegna” e ha introdotto la quindicesima edizione di “Vini di Coros”.

Un appuntamento fisso dal 1997 a Usini, che vede impegnata l’amministrazione comunale nella promozione del territorio e delle sue specificità. Da una parte l’incontro si è tradotto in una occasione per invitare i piccoli produttori a una riflessione sulla necessità della creazione di forme di associazionismo e collaborazione per la commercializzazione delle produzioni. Dall’altra è stato un momento per valorizzare, attraverso un concorso specifico e indirizzato a produttori e amatori di vini sfusi, i vini del territorio e della provincia.

 

E così, dopo una lunga selezione, operata sabato mattina nella sede nell’ex mattatoio usinese trasformato in un suggestivo centro degustazione, gli esperti hanno individuato i vini bianchi e rossi che si sono aggiudicati i primi tre posti nelle categorie amatori e produttori di vini non sfusi.

 

Per la categoria amatori, cioè coloro che producono vini sfusi tra i 5 e i 25 ettolitri e operano nella regione del Coros, per i vini bianchi il primo premio è andato a Franco Sanna di Ossi, il secondo a Gian Mario Lai di Usini e il terzo sempre a un “amatore” di Usini, Giovanni Fiori (Stanis Ruinas). Per i vini rossi, il primo premio è andato a Sara Solinas di Uri, il secondo a Salvatore Calvia di Ittiri e il terzo a Nino Sanna di Usini.

Nella categoria produttori, cioè coloro che operano nell’intera provincia di Sassari e hanno una produzione di vino superiore ai 25 ettolitri, per i vini bianchi il primo premio è andato a Sebastiano Fancellu di Tissi, il secondo a Daniele Careddu di Viddalba e il terzo a Giuseppe Mulas di Benetutti. Per i rossi sul gradino più alto del podio è salito Damiano Pietro di Perfugas, al secondo posto Bartolomeo Solinas di Ossi e sul gradino più basso Giovannino Mariani di Viddalba.

 

Il tema del convegno che si è svolto nella serata di sabato, sempre nell’ex mattatoio, era incentrato appunto sul recupero e valorizzazione dei vitigni autoctoni della nostra isola. L’importante appuntamento ha visto alternarsi al tavolo dei relatori Giovanni Nieddu, docente di Viticoltura al dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, e Mariano Murru, enologo della Cantina Argiolas di Serdiana.

Il primo relatore ha sottolineato come la Sardegna abbia una tradizione millenaria e come oggi almeno l’80 per cento dei vitigni presenti nell’isola faccia parte della nostra tradizione. «Vitigni introdotti e selezionati nei millenni che – ha detto Giovanni Nieddu – si sono in ogni caso ben ambientati. Il Cagnulari, cha appartiene al bovale sardo, ha i suoi tratti distintivi e si trova prevalentemente in questo territorio». Da qui la facile considerazione che “Usini è Cagnulari”.

E che questo vitigno sia caratteristico del territorio del Coros lo ha ribadito anche Giovanni Antonio Farris, ricordando come proprio a Usini il Cagnulari sia stato recuperato e valorizzato, diventando prestigioso.

Ma non basta il certificato di nascita per esprimere la qualità di un vitigno, entrano in gioco anche altri aspetti come il territorio e la gestione degli stessi vitigni. «Un ruolo importante lo esercita anche la collaborazione tra privati ed enti di ricerca – ha sottolineato Mariano Murru – così come con l’università». Una collaborazione che consente anche di applicare sperimentazioni tecniche che permettono ai produttori di crescere e migliorare.

Sulla necessità di una collaborazione tra produttori ha insistito anche il sindaco di Usini, Giuseppe Achenza che ha aggiunto: «Siamo una nicchia di eccellenza, ma una nicchia ancora molto piccola. Vorrei allora che i produttori partecipassero alle edizioni di Vini di Coros anche proponendo argomenti che consento di affrontare problematiche di stretto loro interesse».

«Credo che Vini di Coros non sia soltanto una occasione per valorizzare i vini – ha detto l’assessore comunale alla Cultura Michele Virdis – ma anche il territorio e i suoi prodotti locali».

E la produzione locale sabato sera ha ricevuto una giusta considerazione anche durante la degustazione di prodotti locali offerta dall’amministrazione comunale, nel giardino dell’ex-Ma dove, assieme ai vini del territorio e della provincia, sono state offerte abbondanti portate di Andarinos di Usini cucinate dalla Pro loco, accompagnate da piatti di formaggio, salsiccia, succulenti lumache in verde, cinghiale e altre gustosissime portate della tradizione locale.

 

Al convegno sono intervenuti anche, in rappresentanza dell’amministrazione provinciale, il vicepresidente e assessore alle Politiche per lo sviluppo economico e allo Sport, Angelo Mura, e l’assessore agli Affari generali, Giommaria Deriu, per Laore invece era presente Pietrino Chelo.

 

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Andrea Bazzoni - Gestione Uffici Stampa
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