«Una rete di edifici per valorizzare l’Argentiera»

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Venerdì sopralluogo dell’assessore Ottavio Sanna con l’assessore regionale ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda. Illustrati i lavori di “incapsulamento” della collina sulla spiaggia

Sassari_Argentiera_2SASSARI 28 giugno 2015 – Un sopralluogo alla laveria della miniera con l’assessore regionale ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda. Quindi ancora, una visita al cantiere sulla spiaggia che vede gli operai della ditta Angius impegnati a “incapsulare” la collina che sovrasta l’arenile e che è formata dai materiali di scarto della vecchia miniera. Materiali giudicati inquinanti e pericolosi per la salute dell’uomo e che con questa operazione di “capping” vengono intrappolati e non più dispersi nell’ambiente.

L’incontro con il rappresentante della giunta di Francesco Pigliaru era stato richiesto dal sindaco Nicola Sanna e dall’assessore ai Lavori pubblici Ottavio Sanna per far conoscere l’ex borgo minerario e i progetti dell’amministrazione comunale all’esecutivo regionale. Ad accompagnare l’assessore Paolo Maninchedda venrdì all’Argentiera c’erano l’assessore Ottavio Sanna, il direttore generale del Comune Maurizio Carìstia, ingegneri e progettisti del Comune e della ditta che sta eseguendo i lavori sulla spiaggia quindi i tecnici della ditta Pau e i professionisti che hanno lavorato al restauro della laveria, il consigliere di minoranza Enrico Sini e il consigliere della circoscrizione unica della Nurra Francesco Podda.

L’assessore comunale ai Lavori pubblici ha fatto da Cicerone all’assessore Paolo Maninchedda e ha illustrato, con un primo passaggio in quello che secondo i progetti di ristrutturazione delle vecchie strutture minerarie sarà un ristorante, i lavori che sono stati eseguiti nel tempo.

«L’idea – ha detto Ottavio Sanna – è quella di creare una vera e propria rete tra gli edifici ristrutturati. A partire da quelli della laveria, dove appunto abbiamo un ristorante, una sala convegni e un edificio che, per la sua stessa conformazione, rappresenta un vero e proprio museo dell’attività lavorativa della miniera. Sono ancora necessari dei fondi per concludere i lavori e mettere in sicurezza parte dello stabile.

«A completare la rete degli edifici storici – ha aggiunto – quello di pozzo Podestà. Un ruolo importante lo potrà svolgere anche la struttura dell’ostello che consentirà un rilancio dell’area dal punto di vista della ricettività».

A disposizione – è stato detto – ci sono i fondi della programmazione europea 2014-2020 ai quali l’amministrazione comunale di Sassari dovrà puntare per proseguire nella valorizzazione dell’ex borgo minerario.

Sassari_Argentiera_3Il rappresentante della Regione ha quindi fatto un sopralluogo al cantiere sulla spiaggia. Qui, accompagnato dal direttore dei lavori e progettista Gavino Brau, ha preso visione dello stato delle opere che l’amministrazione comunale, in accordo anche con la Soprintendenza, ha avviato per mettere in sicurezza permanente l’area, con una tecnica chiamata di “capping”.

Sono stati realizzati diversi gradoni di cemento che hanno “incapsulato” la collina formata dai detriti della miniera. Tra i vari terrazzamenti sono state predisposte numerose aree che consentiranno di ospitare piante tipiche della zona, donando così un aspetto più apprezzabile all’intera struttura. Ai piedi di questa è previsto uno spiazzo che potrà essere utilizzato per ospitare spettacoli o concerti.

L’intervento di “capping”

Il terrazzamento in cemento ha ricoperto un enorme cumulo di inerti di miniera, cioè quei materiali residui dell’attività mineraria non abbastanza ricchi di metalli pesanti da essere riutilizzati industrialmente. Questi venivano riversati in queste aree, creando delle vere e proprie colline. «Questo – spiega il progettista e direttore dei lavori Gavino Brau – ha caratterizzato l’Argentiera per diversi anni e ha creato un grosso problema ambientale per l’inquinamento, dovuto anche all’esistenza di metalli pesanti presenti naturalmente nelle rocce del territorio, e per il rischio di crollo».

Con l’intervento che si è voluto da subito risolvere il problema ambientale. I detriti sono stati “confinati” sotto una struttura in cemento armato che consente la fruizione dell’ambiente senza pericoli. I metalli pesanti restano così intrappolati e non si disperdono nell’ambiente, nell’acqua e nell’aria, sotto forma di polveri.

«Abbiamo scelto una struttura in cemento armato – prosegue Gavino Brau – rispetto ad altre forme di “capping”, perché era necessario fornire una discesa a mare percorribile per i fruitori del parcheggio. La strada, infatti, non era più percorribile da anni, perché interdetta dal Demanio».

La struttura prevede delle aiuole che avranno uno strato di ghiaia di colore scuro che ricorderà quello del territorio. Qui verranno messe a dimora specie vegetali autoctone, tra le quali elicriso e lentischio.

«Alcuni dei materiali non sono stati posati all’interno della struttura – spiega ancora l’ingegnere – perché saranno portati a pozzo Podestà, dove è presente un’altra discarica di sterili di miniera e in cui sono presenti gli stessi contaminanti: piombo, zinco, cadmio. Qui sarà operata una bonifica con la tecnica del fito-risanamento. Si tratta di una tecnica innovativa che, da due anni, stiamo portando avanti attraverso uno studio pilota con l’università di Sassari».

Miscelando il terreno con del compost e i fanghi di potabilizzazione si è visto che questi elementi hanno la capacità di mantenere i contaminanti al loro interno e renderli meno disponibili all’esterno. «Allora – riprende – piantumando in questi terreni con l’elicriso, si creerà un giardino con un percorso didattico, che dimostrerà come da un elemento di rifiuto si sia creato un’area che avrà la capacità di bonificare il terreno. Le piante assorbiranno i metalli pesanti presenti nel terreno, li porteranno nelle loro foglie, quindi le piante potranno essere potate e conferite in discarica. A lungo andare ciò comporterà una bonifica complessiva del territorio e una restituzione della valenza agronomica del territorio che non sarà più arido e brullo ma pienamente rivegetato».

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Andrea Bazzoni - Gestione Uffici Stampa
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