Da Stintino un messaggio di pace e solidarietà

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Celebrate con un convegno le commemorazioni di pace e il centenario della Grande Guerra.

Stintino_Commemorazioni Asinara_1STINTINO 25 settembre 2015 – «Vogliamo offrire spunti di riflessione sugli errori della storia che, come vediamo, tornano ora tristemente d’attualità e promuovere i valori della pace e del rispetto della dignità umana». Così questa mattina, il sindaco di Stintino Antonio Diana ha aperto il convegno Commemorazioni di pace: i profughi e i prigionieri sull’isola dell’Asinara” che ha visto il paese costiero diventare, per una giornata, protagonista sulla scena internazionale. Un tema quello della vicenda accaduta durante la Grande Guerra sull’Asinara, con oltre 20mila profughi serbi e prigionieri di guerra austro-ungarici ospitati in campi allestiti tra Fornelli e Cala Reale, che torna attuale in momento in cui l’Europa è interessata da un forte afflusso di migranti in fuga da paesi in guerra.

«Questo convegno – ha detto il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi – deve portare un messaggio che dica mai più guerra, andiamo tutti quanti verso un mondo di pace, più equo, più giusto e più solidale. Nell’ambito della solidarietà, vi sono le politiche nei confronti de migranti verso cui credo, finalmente, l’Europa stia raccogliendo gli input vari e numerosi che sono arrivati dall’Italia. Si sta procedendo in maniera finalmente un po’ più congiunta, al di là di situazioni che vedono diversi Paesi non allineati sulla soluzione».

L’obiettivo dell’incontro stintinese ha ricordato il sindaco Diana è quello di tramandare la memoria storica di uno dei più sanguinosi conflitti che hanno imperversato nel continente europeo negli ultimi secoli, oltre che far diventare l’Asinara e il Nord Ovest della Sardegna luogo di incontro tra popoli. Messaggio di pace che, ha sottolineato Franco Marini presidente del Comitato per le celebrazioni di interesse nazionale, deve essere rivolto ai giovani.

In 23 mila arrivarono sull’isola, tra loro profughi serbi e prigionieri austro-ungarici, molti dei quali malati e debilitati. Trovarono sistemazione nei campi allestiti da Fornelli a Cala Reale e sull’isola morirono almeno in 7mila a causa di varie malattie, tra le quali colera e tifo. Sull’argomento è stato Salvatore Rubino, del dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari, a presentare il progetto scientifico di bioarcheologia “Vita e morte dei prigionieri austroungarici nell’isola dell’Asinara”.Setticemia, gastroenterite sarebbero state tra le cause di morte di profughi e prigionieri stipati sull’isola. Questo emerge dai dati preliminari ottenuti dall’analisi di alcuni denti prelevati dall’Ossario dell’Asinara effettuate grazie allo studio di bioarcheologia.

Il convegno svolto nella sala consiliare è stato quindi un momento per riflettere sul dramma della guerra e sulla necessità della pace. «Le vicende commemorate oggi – ha detto l’assessora Maria Grazia Piras – sembrano raccontarci tanto il passato quanto il presente. I prigionieri e i profughi della Grande Guerra sbarcavano all’Asinara su barconi, proprio come i migranti dei nostri giorni». L’esponente della Giunta Pigliaru ha perciò colto l’occasione per fare il punto sull’attuale emergenza profughi e ha ricordato i numeri dei migranti, oltre 2000, arrivati sull’isola.

«L’Italia cento anni fa, come oggi – ha detto l’ambasciatrice della Serbia in Italia Ana Hrustanovic, ricordando che anche il suo paese in questi giorni si trova a fronteggiare il flusso di migranti – ci ha insegnato cosa sia l’accoglienza e la solidarietà e speriamo che, anche da qui, parta un messaggio all’Europa per tentare assieme una soluzione» al problema dell’accoglienza.

A chiudere l’incontro della mattina gli storici Assunta Trova dell’Università di Sassari e Gabòr Margittai.

Nel pomeriggio, sull’Asinara, le autorità con i sindaci di Stintino Antonio Diana, di Sassari Nicola Sanna e di Porto Torres Sean Wheeler hanno deposto una corona di fiori nell’ossario di Campu Perdu, a Cala Reale, che raccoglie i resti dei profughi serbi e dei prigionieri austro-ungarici morti sull’isola.

 All’incontro, i cui lavori sono stati coordinati da Marco Torretta, sono intervenuti anche il prefetto di Sassari Pietro Giardina, il comandante del Comando militare autonomo della Sardegna, generale Giovanni Domenico Pintus, il vice questore vicario Maurizio Terrazzi il presidente del Parco nazionale dell’Asinara Pasqualino Federici, il rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli, Pavlovic Radoslav, consigliere del presidente della Repubblica serba, quindi Laszlo Szego, consigliere della Repubblica d’Ungheria, il primo consigliere dell’ambasciatore di Ungheria in Italia Tamàs Torok.

Il convegno realizzato a Stintino è l’unico appuntamento in Sardegna di questo tenore, ed è stato organizzato dal Comune di Stintino, capofila dell’iniziativa, dal Comune di Porto Torres, dal Parco nazionale dell’Asinara, dall’Università di Sassari, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ministero degli Affari esteri, ministero della Difesa e la collaborazione della Camera di commercio del Nord Sardegna e della Fondazione Banco di Sardegna.

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Andrea Bazzoni - Gestione Uffici Stampa
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