Archeologia, a Stintino un ricco patrimonio ancora da svelare

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Questa mattina si sono aperti i lavori del convegno internazionale. Domani giornata finale con la bioarcheologia e l’esperienza giordana.

 

Stintino, convegno internazionale archeologia, tavolo dei relatoriSTINTINO 13 settembre 2013 – «L’obiettivo è quello di mettere a confronto le esperienze della Sardegna con quelle della Giordania e ci consente di proseguire in quel percorso, già avviato dal Comune di Stintino, di candidare il territorio a polo di cultura e scienze». Così il sindaco di Stintino, Antonio Diana, ha dato avvio ai lavori del convegno internazionale dal titolo “Archeologia, bioarcheologia e beni culturali: rapporto tra ricerca e sviluppo del territorio” in programma a Stintino, oggi e domani, 14 settembre, nella sala consiliare.

«Attraverso la realizzazione del Puc – ha proseguito Antonio Diana – abbiamo scoperto quanto il nostro territorio sia ricco di un importante patrimonio archeologico, dall’epoca pre-nuragica ai tempi più recenti. Ecco allora che, nell’ottica di valorizzazione del territorio, il Comune ha acquistato di recente, nella zona di Pozzo San Nicola, quattro ettari di terreno sul quale si trova un villaggio nuragico completamente sepolto. Il nostro obiettivo è quello di partire da quest’area con una campagna di scavi per la valorizzazione del sito».

Il convegno quindi si rivela occasione per suscitare anche l’interesse sulle aree stintinesi da parte dei numerosi studiosi e docenti delle Università di Sassari, di Camerino, di Firenze, di Pisa, del Canada, di Zurigo, di Tubingen presenti in sala. E ancora degli esperti della Soprintendenza per i beni archeologici per le province di Sassari e Nuoro, del parco archeologico di Petra, del Museo giordano, delle Missioni archeologiche spagnole in Giordania e dell’Unesco.

E che Stintino offra spunti notevoli di studi, in particolare con riferimento all’isola dell’Asinara, lo ha detto anche il rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino mentre l’assessore regionale alla Cultura, Sergio Milia, riferendosi al progetto regionale di Virtual archeology, per la fruizione e la catalogazione dei beni archeologici isolani, ha detto «dovremo pensare anche a investimenti per Stintino».

Al workshop non ha potuto essere presente l’ambasciatore di Giordania in Italia, Zaid Al Lozi, «per imprevisti – ha fatto sapere il primo cittadino di Stintino – probabilmente legati alle vicende che in questi giorni stanno interessando l’area del Medio Oriente».

Durante la mattinata si sono svolte le conferenze magistrali del rettore Mastino, di Claudio Lo Curto, avvocato generale della Repubblica di Sassari, di Frank Ruhli dell’Università di Zurigo e di Amjad Yaaqba della Cooperazione italiana di Amman, quindi il forum su Mont’e Prama tra passato e futuro.

Il convegno è proseguito la sera con interventi sugli scavi archeologici in Sardegna e sulle esperienze archeologiche italiane all’estero.

 

Domani, sabato 14 settembre, invece giornata finale, a partire dalle ore 9 sono previste sessioni su “Il Museo che crea conoscenza”, “bioarcheologia” e il forum pomeridiano su Petra, Giordania: un modello di archeologia e turismo.

I lavori si concluderanno alle 17 con la tavola rotonda su “archeologia, beni culturali e territorio” che metterà a confronto sindaci e istituzioni.

 

Il convegno è organizzato dal Comune di Stintino e dal Centro studi sulla civiltà del mare e ha ottenuto il patrocinio dell’Università di Sassari, oltre al contributo della Fondazione Banco di Sardegna, Camera di commercio del Nord Sardegna e Banca di Sassari.

 

 

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Andrea Bazzoni - Gestione Uffici Stampa
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