Il mistero del «caso Giles» sabato al villino Ricci

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Lettura e recita sul libro scritto da Alberto M. Pintus e Maria Giovanna Cugia ed edito dall’Associazione storica sassarese. Il trio Gil, Peghin e Solinas accompagnerà la serata.

 

Ellen GilesSASSARI 10 aprile 2014 – La sua morte colpì fortemente l’opinione pubblica sassarese e a cent’anni dal quel triste evento resta ancora avvolta da un fitto mistero. Nel cimitero monumentale di Sassari un loculo, chiuso con una lapide di marmo grigia dalle scritte ormai usurate dal tempo, conserva ancora all’interno le sue ossa, la sua memoria e i segreti della sua tragica morte. Lei è Ellen Rose Giles, la giovane 39enne giornalista americana di Philadelphia che fu trovata cadavere il 15 gennaio del 1914 dalla sua domestica, nell’appartamento del palazzo di via Roma a Sassari, dove abitava con la madre. Un libro, alla sua seconda edizione aggiornata, ripercorre la storia di quell’evento: «Il caso Giles, un misterioso episodio di cronaca nera nella Sassari del primo Novecento».

 

Il volume scritto da Alberto M. Pintus e Maria Giovanna Cugia, novantasei pagine edito nel 2012 dall’Associazione storica sassarese, sarà da spunto per una recita in programma sabato 12 aprile alle ore 19 nella sala convegni del villino Ricci, in viale Dante a Sassari. Il libro è stato di recente ristampato in una versione aggiornata.

Ad animare la serata, organizzata dall’Associazione storica sassarese, ci penserà la compagnia Paco Mustela di Pierangelo Sanna che proporrà la lettura di alcuni passaggi essenziali del libro di Pintus e Cugia.

Alle letture si alterneranno le musiche che Gianluigi “Gil” Dettori, Marcello Peghin e Livio Solinas suoneranno per il pubblico del villino Ricci.

 

L’incontro sarà l’occasione per avviare sulla vicenda un dibattito, già vivo nei social network dove si sono create addirittura fazioni tra favorevoli alla tesi del suicidio e favorevoli alla tesi dell’omicidio.

 

La scrittrice-ricercatrice-giornalista venne trovata morta nella sua abitazione sassarese, uccisa con un colpo di pistola. «Un proiettile le aveva trapassato il cuore, ma la stranezza – racconta Alberto M. Pintus – era data dal fatto che la donna venne ritrovata vestita con l’abito intatto e non bucato dall’ogiva. I media del tempo, soprattutto quelli americani si occuparono a lungo della vicenda, a differenza di quelli locali.

La magistratura poi, un po’ frettolosamente forse, archiviò il caso come suicidio mentre i giornali statunitensi sostennero sempre la tesi dell’omicidio». Se quest’ultima fosse la tesi corretta, chi sarebbe mai potuto essere l’omicida? Qualcuno con cui la donna aveva bisticciato, forse un amante?

Ad arricchire la vicenda di ulteriore mistero fu la scomparsa da Sassari, proprio in quei giorni, di un giovane nobile sassarese, del quale però neanche nel libro i due scrittori sono riusciti a dare né un volto né un nome.

 

Sabato a catalizzare l’attenzione sarà, inevitabilmente, anche la stessa figura di Ellen Rose Giles e il suo ruolo nella diffusione delle tradizioni della Sardegna con i suoi molti scritti inviati negli Stati Uniti per far conoscere al mondo l’Isola.

 

L’Associazione storica sassarese presieduta da Pintus ha deciso di portare avanti le ricerche sulla vicenda e, intanto, ha avviato anche un’iniziativa spontanea. «Ci stiamo occupando del restauro del loculo che custodisce i resti di Ellen – racconta Alberto M. Pintus – un marmo con una lapide grigia e un decoro inciso sopra. Ma in questi due anni – rivela – si è aggiunto un nuovo mistero: dopo la prima stampa del libro, che ha avuto grande successo, sulla tomba di Ellen qualcuno, regolarmente, depone un fiore».

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Andrea Bazzoni - Gestione Uffici Stampa
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